Testi scelti tra gli scritti e insegnamenti di Padre Theodossios Maria della Croce
REGOLA D'ORO DELLA PACE DI DIO
PER UN'ANIMA CHE VUOLE CONOSCERE
L'AMORE INFINITO
A. Le prime tre verità della pace d'oro.
La prima cosa che è necessario capire, prima di fissarsi intimamente sulla via da seguire, prima di optare per tale o tal altro programma di attività, di studio o di vita, è che la nostra vita, in tutte le sue manifestazioni interiori, ed esteriori, dipende dalla grazia di Dio e dalla nostra umiltà.
La seconda cosa è che l'umiltà è una gloria inimitabile, che dà forza e sorriso interiore permanente che irradia in seno ad ogni tristezza e ad ogni prova. E' il sorriso dell'anima dinanzi alla bontà, alla delicatezza e al profumo ineffabile dell'amore di Dio.
La terza cosa è che l'anima contrassegnata dall'amore di Dio, porta l'impronta dell'Amore eterno in tutti i suoi contatti e rapporti con l'universo nel suo insieme e al tempo stesso con le particolarità distinte. Quest'anima porta in sé e genera intorno a sé la dolce libertà e conosce quel che significa l'amore di Dio in ogni cosa e quel che significa vivere ogni cosa in Dio e amare in Dio.
B. Le dodici azioni della via regale della pace.
1. Aver fiducia che mai una preghiera sincera per vivere secondo la volontà di Dio resta senza frutto fondamentalmente positivo. E' necessario dunque, in ogni prova, in ogni "chiusura d'orizzonte", in ogni disperazione ed in ogni momento di debolezza anche fisica, aver fiducia in Dio e pregare, pur non avendo la minima consolazione immediata. Presto, però, ci si accorgerà che una misteriosa forza si diffonde in noi, che nobilita la nostra sofferenza ed il nostro amore, le nostre azioni e la nostra parola.
2. Aver fiducia anche in noi stessi, nonostante tutti i difetti, poiché vogliamo compiere e vivere ogni cosa in Dio. Mai riferirci alle impressioni provvisorie che abbiamo di noi stessi, anche se sono molto umilianti. Questa fiducia è la suprema umiltà, perché si fonda sulla fiducia in Dio: è la fiducia e l'umiltà eccelsa del "Magnificat".
3. Rinnovarsi ogni giorno, non solo, ma ad ogni ora. Neppure questa è un'opera di consolazione sempre immediata, ma è un'azione di portata eterna. L'anima compie ad ogni minuto, coscientemente o inconsciamente, tra le più soavi consolazioni e le più aride prove, l'offerta di tutto, assolutamente tutto, a Colui che è la causa e la sorgente di tutto. Questa azione di offerta ci rinnova, perché ci consolida nell'amore più perfetto, che direttamente o indirettamente ci lega all'amore ineffabile di Dio per noi.
4. In seno alle consolazioni, in seno alle aridità di solitudine e di disperazione, pensare con "offerta" intima alle sofferenze di Cristo, alle tristezze ed alle pene di quanti ci amano profondamente. Questo pensiero-azione è la più elevata manifestazione di vita vera e di amore vero. In quei momenti, allora, ci si accorge —come sullo sfondo di un paesaggio nudo e arido— del sole colmo di tenerezza che ci parla della verità e dell'ineffabile amore di eternità. E' il sole della pace soave e vibrante, della pace di speranza, della pace piena di unzione dell'amore infinito.
5. Curare ogni giorno di più il senso profondo della responsabilità, responsabilità per le grazie e la gioia provenienti da Dio, responsabilità verso l'umanità sofferente e verso la Chiesa che, malgrado tutte le sue ferite, contiene l'eredità attiva del Redentore. Quando ci si sente molto stanchi fisicamente, bisogna avere l'umiltà di accettarlo con pazienza ed essere certi che non c'è miglior cosa da poter offrire che questa azione, questo pensiero-azione che consiste nel ricordarsi delle sofferenze del Cristo e delle pene e delle fatiche di quanti ci amano e che profondamente amiamo. Questo infonde nel nostro cuore e nel nostro corpo un balsamo ed un vigore, una misteriosa e dolce letizia che ci riposa e ci rinnova.
6. Perseverare con la preghiera, con il costante sforzo di umiltà e di amore vero per divenire ogni giorno più generosi e giusti. Vi è nell'intimo degli esseri, talvolta anche tra gli esseri intelligenti e sensibili un moto spontaneo che convoglia tutto al proprio desiderio. Ed inoltre questo movimento altera, nel pensiero e nel cuore, per breve o lungo tempo, tutte le nozioni di giustizia e di amore. Questo moto deve essere capovolto con la preghiera e con l'azione di offerta senza attendere una consolazione immediata e con un desiderio ed uno sforzo continuo di amore eterno. Questa sesta azione non può essere realizzata se non come risultato delle altre cinque azioni che precedono. Il capovolgimento di questo moto che spinge sempre più l'essere verso un egoismo fondamentale libera l'amore dell'essere e l'anima s'incammina nell'era della libertà, il che significa divenire "schiavo-libero" della Verità e della Carità.
7. Decidere ogni volta, come se fosse la prima, e sforzarsi di compiere ogni cosa ordinataci, piacevole o spiacevole, con buon umore interiore ed esteriore, per amore di Dio e per amore di quelli che ci circondano e per onorare, nell'intimità dell'anima e del pensiero, ogni sentimento superiore, come la santa amicizia eterna. Ogni volta che siamo riusciti a migliorare su questa via, dobbiamo andare davanti al Santissimo Sacramento e rendere grazie a Dio, perché il "cattivo umore", anche se inavvertito dagli altri, è una calamità ed una bestemmia contro la generosità di Dio ed anche contro coloro che ci amano e si affaticano per noi e con noi.
8. Decidere ogni volta, e questo instancabilmente, di non lasciare mai che nella nostra anima s'instauri un senso di diritto, ma al contrario quello dell'obbligo. E' il luminoso segreto regale, segreto di forza e di amore infinito dei figli di Dio. Per giungere a questo è necessario il moto di capovolgimento della sesta azione. Altrimenti, non soltanto l'anima non potrà agire, ma non potrà neanche cogliere l'importanza ed il carattere profondamente gioioso e libero della sostituzione del senso del diritto con quello dell'obbligo per dovere ed amore. L'obbligo per amore provoca nell'anima una gioia profonda di libertà.
9. Rendere grazie per ogni grazia, per ogni verità intuita, per ogni paesaggio assolato, per ogni vittoria interiore riportata, per ogni presenza amata, per ogni musica, per ogni parola che ci scopre il mistero gioioso della creazione, per il fatto di esistere, per l'amore che abbiamo ricevuto e che riceviamo, per l'amore che abbiamo provato e che proviamo, per le stelle, per i laghi, per le sorgenti d’acqua, per i martiri, per le stagioni, per gli uccelli, per gli animali, per il pane che mangiamo. E soprattutto, azione di grazie perpetua per il Santissimo Sacramento che rinnova la nostra vita e che ci fa vivere tutte le cose nella loro eternità.
10. Opporre per mezzo della preghiera e con atti di carità e di amabilità, più profondi possibile ed al tempo stesso manifesti, una resistenza cosciente ad ogni sentimento d'invidia e di gelosia. A volte questi morsi si presentano sotto forma di malinconia, di "essere incompresi" e questo può condurci ben lungi f1no a dimenticare la nostra missione, il nostro amore trascendente di Dio e in Dio; fino a dimenticare il Cristo e i suoi amici che ci amano talvolta senza condizioni come il Maestro. Quando si prova un tale sentimento negativo,bisogna subito, come per obbedire ad un giuramento, andare, se è possibile, davanti al Santissimo Sacramento e pregare. Pregare non soltanto con una vaga intenzione di essere assistiti, ma con l'intenzione umilmente ammessa davanti a Dio di essere guariti da questa debolezza che denatura l'amore di Dio, della Verità, di ogni essere e di ogni cosa. Ci si può sentire venir meno per il disgusto di se stessi o per il bruciore di questi sentimenti che possono sembrare talvolta insormontabili. Non bisogna aver paura; bisogna essere decisi in partenza "a venir meno", se così si può dire, ma non accettare mai di non poter essere sanati, di essere una natura inferiore, incapace di superare tali pieghe e tentazioni. Pregare con l'incrollabile certezza che Dio è presente e che la grazia è più forte del peccato. E senza rendercene conto, a poco a poco, penetreremo in una specie di sacra universalità, che disperde i dubbi e ci ridà fiducia, liberandoci dalla fissità morbosa dell'invidia, del dubbio e della gelosia. Ci sentiremo un ben piccolo essere stabilito per sempre nella certezza dell'amore di Dio e in Dio.
11. Respingere ogni considerazione o criterio contrario alla santa libertà. Nessuna paura, nessuna considerazione sociale, nessuna falsa dignità debbono determinare le nostre decisioni, le nostre scelte ed i nostri atti fondamentali. Abbandonarsi umilmente a Dio e giudicare e scegliere soltanto come figli di Dio. Ogni cosa che facciamo, ogni scelta che operiamo deve essere il risultato di un tale abbandono e di una tale sincerità interiore. E così ogni giorno di più ci arricchiremo in gioia e in equilibrio di pace.
12. Meditare. Ecco l'azione iniziale e perenne. Meditare tutti i giorni, nell'immobilità come nell'agire e nel compiere cose esteriori, su due grandi realtà: Sulla Croce di Cristo e sul mistero dell'ampia natura; sul sacrificio scarlatto e luminoso e sulla nostalgia struggente dei segni della natura, sui misteri di vita delle cose e degli esseri.
Meditare senza angoscia, senza intemperanza, senza esaltazione disordinata, ma anche senza tiepidezza, senza sonnolenza; meditare con pazienza dolce, piena di promesse di amore infinito scaturite dalla Croce e dal Cuore di Cristo e raccontate da tutto lo scintillio, il candore e il dorato della natura, da tutti i silenzi sacri e da tutti i mormorii d'amore eterno del cuore dell'uomo libero in Dio.
Non smettere mai di meditare. Non credere, però, che la meditazione sia uno sforzo intellettuale. La meditazione è, invece, un'apertura del cuore alla verità di Dio ed una disponibilità amante al sacrificio per amore di Dio e in Dio. La meditazione pura è continua, scaccia i fantasmi del dubbio e del timore; è pacifica attesa delle infinite e delicate misericordie del Creatore. La meditazione nell’amore infinito del Creatore è pacifica attesa ed intimo diletto dell'amicizia di Dio e degli amici in Dio.
Questa è la regola d'oro dell'amore di eternità e della pace di Dio.
Amen
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