Testi scelti tra gli scritti e insegnamenti di Padre Theodossios Maria della Croce
La Chiesa
ll Cristo, secondo il suo proprio insegnamento, ha fondato la sua Chiesa in vista del Regno. Le ha dato una struttura profondamente libera e così profondamente regale, struttura all'immagine del prototipo Santo eterno che è Egli stesso.
Cristo ha dotato la Chiesa di una struttura che sarebbe rimasta immutabile nella sua essenza, perché inaccessibile alle forze fluttuanti relative della città terrena. L'influenza dell'immagine mutevole della città terrena sugli uomini della Chiesa non avrebbe mai condizionato la perennità della sua essenza strutturale di Regno. Il Regno della Chiesa è all'immagine del suo Fondatore, che ha detto a Pilato: "Il mio Regno non è di questo mondo" (Giovanni 18, 36) ed è lo stesso Gesù che ha risposto, prima della sua Passione a domande circa il Regno di Dio: "Il Regno di Dio è dentro di voi" (Luca 17, 21).
Perciò non bisogna mai perdere di vista, quando si medita o quando s'insegna ad adulti o a bambini, che anche in seno alle peggiori calamità storiche, alle più grandi prove e umiliazioni della Chiesa, la struttura essenziale della Chiesa, all'immagine del Regno, nella sua profonda intimità, struttura inaccessibile agli sguardi profani, rimarrà immutabile sino alla fine.
La Chiesa di Cristo non è una riunione di persone scelte, non è un agglomerato in mezzo al mondo. La Chiesa non è una norma giuridica dei rapporti tra l'uomo e Dio e degli uomini tra loro; è una terra universale, fertile, che attraversa tutti gli spazi e i centri del creato; ed è irrorata su tutta la sua incommensurabile estensione da un'acqua di sorgente infinita ed eterna.
Su questa terra, in questa terra, nasce una moltitudine di semenze, ciascuna secondo la sua natura, ciascuna secondo la profondità e la vastità del suo amore. A parte l'acqua viva, una pioggia continua di grazie cade su questa terra dolce e di pace profonda.
Vi sono periodi nei quali la Chiesa appare come spopolata o popolata solo da rovi, da radici e foglie morte. E' un'impressione fondata su un'immagine troppo materiale della Chiesa. Si dice: ecco, la pioggia viene, la buona terra la riceve, ma i semi non possono prendere radice, e tutto muore.
La Chiesa riceve l'acqua sacra dalle sue sorgenti e dalla pioggia di grazie, e vi sono sempre nuove semenze che crescono e si estendono verso l'Infinito ed abbracciano tutto l'universo e penetrano nell'intimità di ogni cosa, al di qua e al di là della morte. I rovi e le foglie morte sono residui che saranno anch'essi presi e assorbiti dalla terra santa, tranne quelli destinati, dalla misteriosa saggezza di Dio, al fuoco. Ma l'uomo non ha il diritto di emettere giudizi definitivi. L'ordine e la sorte ultima delle cose sono nascosti in Dio.
Queste semenze incessantemente nuove non sono sempre visibili da tutti gli occhi. Nella misura della fedeltà di speranza, ciò che viene chiamato "occhio interiore" dell'uomo, l'intelligenza interiore vitale dell'uomo, può, in mezzo ad avvenimenti pacifici, indifferenti o estremamente duri della storia umana, scorgere la vita di amore eterno che ascende, da questa terra sconfinata della Chiesa, verso il centro iniziale della vita, verso il Creatore invisibile e ovunque presente.
Per questo, una grande parte di tutto quello che si dice e si compie nella Chiesa e nel mondo, in nome e in vista del bene della Chiesa, spesso è compiuto fuori della vera terra universale e fertile della Chiesa.
Perciò vi dico, Fratelli e Sorelle carissimi: non lasciatevi prendere dalle meraviglie esteriori, né abbattere a causa dell'aridità e del vuoto delle ore della terra, poiché non soltanto al di là di queste ore ma anche nella loro intimità invisibile ed impalpabile, l'uomo può comunicare, dalle profondità del suo essere, con il mistero di vita dell'Amore.
Non lasciatevi abbattere né dalla malattia, né dalla morte dei vostri cari, né dalla profanazione delle cose sacre, né dal verbo e dalle parole grossolane e pesanti che penetrano talvolta fin nell'interno del santuario. Non lasciatevi abbattere dall'insufficienza del linguaggio umano e dagli edifici materiali o intellettuali umani.
Vi è una misura umana che è infinita; è una misura di vita che trascina l'uomo verso l'ebbrezza serena e immobile dell'Amore della Verità.
E' questa misura che permette all'uomo di superare i limiti del suo linguaggio e del suo intelletto. E' la misura della comunione ontologica con la Verità e con l'essenza più profonda degli esseri. Così la piccola creatura umana può, mediante l'umiltà e la pazienza amante, cogliere i frutti e i fiori dell'eterna terra della Chiesa e divenire essa stessa fiore e benedizione di questa terra benedetta, la Chiesa.
Sotto il vasto firmamento, sul piccolo pianeta ove siamo stati creati e ove siamo nati, l'anima può scoprire nel seno stesso del perenne mutamento delle cose e della sua storia, la permanenza segreta e piena di unzione della Chiesa, e vivere con la sua essenza più profonda, il mistero dell'Amore eterno.
La Chiesa è un mistero di amore. Essa non è né una società di uomini, né un insieme di condizioni di vita o d'astrazioni. La Chiesa è come la vita: misteriosa, semplice, mal capita, ferita, piena di un amore supremo e di tenebre d'orgoglio, di odio, di convenzioni della società del tempo.
L'anima solitaria che desidera il bene di tutti, e che vive della nostalgia profonda, pungente ma serena della comunione con Dio e di comunione di amicizia eterna in Dio, vive il mistero della Chiesa, perché vive d'amore e per l'amore eterno, perché vive la quintessenza del messaggio del Salvatore: Amare.
L'anima occupatissima di opere e di azioni in nome della Chiesa, può essere estranea alla vita e al mistero della Chiesa, perché le opere e le azioni si sostituiscono spesso all'amore e alla comunione.
Secondo la parola di San Giovanni della Croce, alla sera della nostra vita saremo giudicati sull'amore. Ora, si può dire che alla sera della nostra vita, in quanto membri della Chiesa, noi saremo giudicati sull'amore verso il Corpo e il Sangue del Signore, verso il Corpo e il Sangue nel Sacramento della Santa Eucaristia; sul culto e l'onore reso a questo Corpo e a questo Sangue, sulla fedeltà nella fede nel grande e dolce mistero rivelato e confermato dal Signore, gli Apostoli e tutti i Santi, mistero della Transustanziazione e del rinnovamento del Sacrificio, che ha trasceso la Creazione oltre ogni evoluzione nell'universo.
Se siamo agenti di pace e d'unione, siamo benedetti da Dio, ma essere agente di pace e di unione vuol dire essere immerso nel mistero del Getsemani, cioè nel mistero dell'amore infinito. Il fondamentale mistero della Chiesa non può essere rappresentato, né espresso con vane considerazioni di artificiosa ecclesiologia, ma da coraggiose considerazioni e da atti di offerta e di eterna armonia volontaria con il fuoco sacro dell'uomo nuovo di cui parla San Paolo ed in tal modo l'uomo è un agente di pace e non d'iniquità, secondo la parola di Cristo.
Se nella vita esteriore della Chiesa manca la maestosa poesia dell'eterno amore, questo non vuol dire che l'Eterna Chiesa di Cristo, la Chiesa intima, sempre viva, non contenga tutti i germi e le norme sacre della poesia piena di amore e di nostalgia per il regno della gioia; ed è a causa di questa nostalgia, ed in misura di essa, che la croce è accettata con pace e senza sforzo di sostituzione; senza sforzo per sostituire la croce di Cristo con le nostre pene e i nostri personali desideri.
La pace tra le nazioni, come la pace nelle profondità dell'anima, dipende dalla gloriosa umiltà con la quale l'uomo ama gli amici, Dio, la Sua passione e resurrezione.
Il Corpo del Cristo era ferito nei suoi tessuti sani e santi, senza avere in sé perso la santità. I membri della Chiesa sono feriti dai loro propri peccati e dai peccati degli altri. Il Corpo della Chiesa è ferito, senza che la santità del Capo, del Cuore e di tutte le cellule sane sia alterata. Le ferite del Corpo della Chiesa non alterano l'identità del Corpo mistico santo, della Chiesa stessa: l'identità di Gesù Cristo, della Sua Santa Madre e di tutti gli uomini che, feriti o meno, sono legati mediante la Fede e la Carità al Cristo.
Se questa similitudine sacra della Chiesa non viene ben assimilata, certamente non sempre mediante concetti e nozioni, ma con una partecipazione amante e sacrificante al Corpo della Chiesa, nessun metodo, nessuna tecnica e nessuna tattica possono trasmettere la verità della Chiesa e dunque l'insegnamento del Cristo.
Si possono trasmettere nozioni, immagini esteriori, precetti rigidi o lassisti, ma questo si cancella in poco tempo. Non rimane che la ferita e la noia.
Ma quando la partecipazione è amante fino al sacrificio per amore della Verità eterna, allora il mistero della Chiesa si svela in fondo al cuore e si trasmette come sangue che vivifica il Corpo mistico di Cristo
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